Per alcuni è diventato di vitale importanza avere tantissimi follower su twitter. Per ragioni commerciali, in alcuni casi. Perché fa figo e altrimenti non sei nessuno, in altri. Sollevata un paio di giorni fa dall’anonimo blogger Fake Spotter, il cui blog è stato immediatamente oscurato (stessa sorte capitata, di lì a poco, al suo account twitter), la polemica ha rapidamente fatto il giro del web. Nel frattempo, è andata dispersa ogni traccia dell’ideatore, sul popolare servizio di microblogging, dell’operazione #bufalafollow, nata per sgamare la compravendita di follower fasulli. Le stilettate sulla Rete sono invece proseguite, associate all’hashtag #sefossiSerino, dal nome del critico letterario finito nell’occhio del ciclone, il giornalista collaboratore di importanti testate giornalistiche e fondatore della rivista Satisfiction, accusato di avere “dopato” la lista dei follower facendo ricorso a qualche agenzia specializzata. Serino ha prima negato e inizialmente si è affidato all’ironia per sostituire lo status del suo profilo su twitter (da “non mi occupo di libri, sono i libri ad occupare me”, a “non mi occupo di follower, sono i follower a occupare me”). Quindi, ha minacciato azioni legali. Subito dopo, la chiusura del blog e del profilo di Fake Spotter. Un caso?
Sullo storify di uomoinpolvere si può verificare come i follower di Serino siano passati in pochissimo tempo (dall’11 febbraio al 18 marzo), da 638 a 53.025. Un aumento di quasi 1.500 al giorno, molto sospetto per un profilo che risulta aperto dal 2009 e che fino a tre mesi fa risultava quasi inattivo. Ma la pistola fumante sarebbe un’altra. La maggior parte dei follower di Serino ha un nome improbabile, twitta pochissimo, in una lingua che non è l’italiano (anche “arabo, shawili o thailandese”) e ovviamente non con lui. Insomma, 19 su 20 sarebbero fasulli, vale a dire 51.000 su 53.000. La pratica di comprare pacchetti di follower viene definita cherry blossoming (“fioritura dei ciliegi”) e ricorda, nella tecnica e nelle finalità, ciò che sembra sia qualche volta accaduto con il televoto in alcune popolari trasmissioni televisive. Il meccanismo è lo stesso: pacchetti comprati. A 17 dollari ogni mille follower, secondo il tariffario che circola. Il prezzo del successo.
dei social network non mi curo perchè li ritengo all'opposto della filosofia del blog…ma che ci fossero soldi e truffe non lo pensavo…
Ho avuto, tre anni fa, un'esperienza di 20 giorni su facebook, che ho troncato perché effettivamente è una cag**a. Twitter però è diverso, mi sembra sia uno spazio in cui ci si riesce a confrontare, su temi più o meno seri. Basta sceglierseli. Più comunicazione che informazione, ma è un esperimento secondo me riuscito di new media