Nella quarta tappa, il viaggio storico tra le strade cittadine rende omaggio ad un suo illustre figlio, martire per la libertà.
PANNELLO 4: CARLO MUSCARI
Figlio di Francesco e Lavinia Pugliatti, nacque a Sant’Eufemia il 18 marzo 1770. Compì gli studi umanistici a Roma, sotto la guida dello zio abate Giuseppe Maria Muscari (1713-1793), figura di rilievo nel panorama culturale e dottrinario del tempo che fu segretario di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (fondatore della congregazione del Santissimo Redentore) e in stretto rapporto con Papa Pio VI. Si laureò in legge a Napoli, dove già viveva il fratello maggiore, avvocato Giuseppe, che curò anche la formazione di un altro fratello, Gregorio. Coinvolto in una congiura giacobina, fu arrestato una prima volta nel 1794 e scarcerato su cauzione. Protagonista degli eventi che portarono alla proclamazione della Repubblica Napoletana, il 20 gennaio 1799 Carlo Muscari partecipò alla presa del castello di Sant’Elmo. Comandante della legione “Bruzia” (o “Calabra”), fu tra i sette membri della “Commissione pel piano delle Finanze”, e, insieme al fratello Gregorio, componente della Commissione “degl’informi”, che si occupava dell’epurazione della burocrazia borbonica e della sua sostituzione con un personale fedele al nuovo corso. Arrestato dopo la capitolazione dei repubblicani, fu condannato a morte e impiccato in piazza Mercato, il 6 marzo 1800.
A cent’anni dalla morte, l’amministrazione comunale di Sant’Eufemia fece collocare all’interno del municipio una lapide in marmo, poi andata distrutta, con scolpite le parole dettate da Vittorio Visalli: «Tradita la fede dei patti/ da bieca voluttà di tiranni/ CARLO MUSCARI/ milite della Repubblica Partenopea/ moriva strangolato a Napoli/ il 6 marzo 1800/ I cittadini eufemiesi dopo 100 anni/ a ricordo ed esempio».