Inizio oggi la pubblicazione in nove puntate dei pannelli storici collocati in diversi punti del paese, in occasione della “passeggiata storica” del 9 agosto.
PANNELLO 1: NUCARABELLA
Il toponimo “Nucarabella” trae origine dall’omonimo torrente che lambisce la chiesa di S. Maria delle Grazie e scorre sotto piazza don Minzoni. Indica sia la fontana monumentale realizzata nel XIX secolo, sia l’intera area circostante. Prima dell’introduzione del servizio idrico nelle abitazioni, costituiva per la popolazione eufemiese un fondamentale punto di approvvigionamento d’acqua, che veniva raccolta e trasportata con “bombole” (orci) e “cortare” (lancelle). Le vasche collocate nello spazio retrostante alla fontana venivano invece utilizzate dalle donne per il lavaggio di biancheria, vestiti e panni. Come tutti i lavatoi pubblici, rappresentava anche un significativo luogo di socializzazione.
Secondo la tradizione popolare, la zona fu teatro della relazione tra la popolana Clementina e un nobile del posto, protagonisti di una storia d’amore capace di imporsi sulle severe convenzioni sociali del tempo. Qui infatti i due innamorati si incontravano, all’ombra di un grande albero di noci. Il toponimo nascerebbe quindi dall’espressione rivolta dal giovane all’amata: «Sta nucara è beddha comu a tia».
Alla fine del XIX secolo, accanto alla fontana l’amministrazione comunale edificò il mattatoio pubblico, che fu tra le poche costruzioni rimaste quasi intatte dopo il terribile sisma del 1908. Dal 2004 il fabbricato ospita il Piccolo museo della civiltà contadina, ideato e diretto da Caterina Iero.
Alla “Nucarabella” il poeta Domenico Cutrì (27 luglio 1902 – 13 dicembre 1983) ha dedicato i versi nostalgici della lirica “La tua voce”:
Dopo anni e anni di silenzio,
stamane ho udito la tua voce
confusa col murmure del fiume Nucarabella:
mi ha chiesto cose
che non saprei più dirti,
né darti.
[L’ultimo volo, 1985]