La Pasqua di solidarietà dell’Agape

Con lo scambio degli auguri con gli ospiti della Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina” si sono concluse, oggi pomeriggio, le iniziative dedicate dall’Agape alla “Pasqua di solidarietà”.
Mercoledì 9 si è svolta l’ormai ultraventennale Via Crucis, con i volontari, le operatrici e gli anziani impegnati a ripercorrere le tappe della Passione di Gesù. Un bambino, Carmine, si è soffermato con la croce accanto agli ospiti della RSA, seduti attorno al tavolo circolare della sala ricreativa, mentre si susseguiva la lettura delle riflessioni e la piccola croce con la frase di Papa Francesco “La speranza non muore mai” – portata in dono alla struttura residenziale dalla presidente Iole Luppino – passava di mano in mano, da anziano ad anziano. Cadere e rialzarsi, cadere di nuovo e rialzarsi ancora.
È stato toccante ascoltare la lettura della signora Grazia, contagiosa nell’emozione che è riuscita a trasmettere a tutti i partecipanti. In un luogo che richiama sofferenza e amore, non possono lasciare indifferenti la preghiera e i canti eseguiti da anziani e volontari, in accompagnamento al coro “Cosma Passalacqua”, diretto dal Maestro Angela Luppino. Una collaborazione ormai consolidata nel tempo, capace di regalare momenti di grande pathos, come sempre accade – ad esempio – nel momento della straziante “Stava Maria dolente”, quest’anno intonata da Noemi e Sonia.
Pochi giorni fa, invece, c’era stata la consegna delle uova di Pasqua agli amici dell’Agape che ogni anno partecipano alla colonia estiva, nel corso di una serata di svago trascorsa nel teatro della Scuola dell’infanzia paritaria “Padre Annibale Maria di Francia”. Un’occasione per stare insieme, consumare qualche pizzetta, ballare e cantare al karaoke, abbracciarsi e sorridere. Piccoli gesti, capaci di riempire di senso le nostre piccole vite.
«Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”/ il tuo volto, Signore, io cerco» (Salmo 26). Dove? Genitori che piangono i figli, popolazioni martoriate dalla guerra, profughi senza più una casa, donne abusate, malati ad un passo dalla verità, anziani abbandonati, bambini che ancora oggi muoiono di fame, giovani con lo sguardo perso sul nulla, disoccupati, vittime dell’ingiustizia, rassegnati senza una speranza da abbracciare. Dove è in tutte le realtà nelle quali una vita diventa nient’altro che un numero. Nei teatri di guerra, negli ospedali, nei luoghi di restrizione, nelle baraccopoli. Dove è negli oppressi da un’economia predatoria, negli ultimi di una società fondata sulle diseguaglianze: da una parte i migliori, quelli considerati utili; dall’altra lo scarto della società, il peso, l’inciampo. Dove è nella forza e nell’amore che sfidano il dolore e la sofferenza. Là bisogna cercare.

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