Nell’edizione odierna Il Quotidiano del Sud ha pubblicato nella rubrica “Lettere e interventi” alcune mie considerazioni relative ad un recente sondaggio sull’operato del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Di seguito la mia lettera e la risposta di Annarosa Macrì.
Gentile dott.ssa Macrì, Il Sole 24 Ore ha diffuso i dati di un sondaggio sulla fiducia dei cittadini nei confronti del proprio presidente della Regione. Mario Oliverio ha avuto un gradimento pari al 38,1%, da cui si deduce che il 61,9% ne ha bocciato l’operato.
Sono stato un sostenitore di Oliverio e sarei ingeneroso se non considerassi il disastro che ereditò al momento dell’insediamento. Però non posso negare la grande delusione della sua gestione: nessuno dei problemi strutturali della Calabria è stato, non dico risolto, ma neanche affrontato adeguatamente. Inoltre, qualche scivolone a livello di immagine gli ha parecchio nuociuto: se dici che ti incateni a Roma per protestare contro il commissariamento della sanità, poi devi farlo; se dici che fai lo sciopero della fame contro l’ingiustizia dell’obbligo di dimora, poi devi farlo. Quanto meno per una questione di credibilità personale.
È singolare, ma non sorprende, leggere sui social i commenti al limite dell’entusiasmo dell’inner circle oliveriano. Evidentemente, si tratta di gente che preferisce guardare i 2/5 di bicchiere pieno e ignorare i 3/5 del bicchiere vuoto. Capisco la fedeltà e il senso di appartenenza, ma la freddezza dei numeri non dovrebbe consentire divagazioni sentimentali.
La Calabria è sempre più il paese dei Peppinielli. Certamente ricorderà la scena di “Miseria e nobiltà”, celebre commedia teatrale di Eduardo Scarpetta adattata cinematograficamente da Mario Mattoli con uno strepitoso Totò nei panni del protagonista Felice Sciosciammocca: il maggiordomo don Vincenzo dice a Peppiniello che, per restare nella casa di don Gaetano, deve dire di essere suo figlio. Peppiniello non ha esitazioni: «Don Vince’, basta che mi date da mangiare io vi chiamo pure mamma!».
RISPOSTA
Ho letto anch’io, carissimo. “Miracolo Oliverio”, ha scritto qualcuno, più oliveriano, evidentemente, dello stesso Oliverio, provando contestualmente ad ubriacarsi per la gioia. Invano: il bicchiere è drammaticamente mezzo vuoto. Del 23 per cento di consensi che Oliverio ha perso, strada facendo e governando faticosamente questa, glielo riconosciamo, faticosissima regione. Da dove si continua a partire per lavorare (i giovani), per curarsi (quelli di mezza età), per andare a fare da baby-sitter ai figli dei figli (i vecchi).
E se uno amministra una regione così, e non prova a inventarsi qualcosa, un’idea, un progetto, un’illusione, più che il bravo governatore, può solo aspirare a fare il bravo capostazione. Altro che “miracolo”! a parte il fatto che la parola “miracolo”, così come la sua cuginetta “boom”, mi fa aggricciare la pelle…
Per non parlare dei “peppinielli”, come li chiama lei, signor Forgione… i quali, a dire il vero, tutti i torti non ce l’hanno: il 38 e uno per cento di gradimento, in un sondaggio rilevato peraltro in marzo, quando il Nostro era “al confino” e non erano chiari i contorni di una vicenda giudiziaria che si è rivelata una bolla di sapone, seppure avvelenato, beh, non è poco…
Secondo me, lo stesso Oliverio, detto anche “il lupo”, uno che avrà mille difetti, ma gli altri lupi del branco li conosce benissimo, per non parlare degli agnelli, si sarà sorpreso moltissimo, così tanto da rimanere basito, e non proferire, prudentemente, parola (mi pare che non ci sia nessun suo commento in giro), ma, tra sé e sé, si sarà detto: Sila maiala… il bicchiere è mezzo pieno…
E’ che i “peppinielli” dovrebbero spiegargli (ma lui lo sa benissimo) che quel 38 e uno per cento non è un voto di gradimento a lui, ma di s-gradimento di quelli che potrebbero prendere il suo posto, la Destra, insomma, che sia Forza Italia, o, peggio, la Lega… perché le (cinque) stelle, mi sa, stanno a guardare… chiamasi insomma “sindrome della diligenza”: l’assalto è feroce, serriamo le fila, i vecchi e i nuovi barbari stanno arrivando…
Riuscirà la diligenza a imbarcare – ragiono come la casalinga di Voghera e mi perdoni – l’altro 12 e nove per cento che le serve per superare la Destra? Difficile. Anche perché una bella parte dell’era della giunta oliveriana, la penultima che, insieme allo sprint finale, è tradizionalmente quella pre-elettorale, è stata obbiettivamente azzoppata dalla bolla di sapone avvelenato preparata dai magistrati.
E poi perché non c’è Pagnoncelli o Noto o Ghisleri che tengano: i Calabresi, da che esiste la Regione, hanno sempre votato per l’alternanza, illudendosi che “cambiando il campo”, possano cambiare le cose.
E io dico: a ’sto giro, purtroppo. Anzi, aggiungo: fatemi salire sulla diligenza. Mi basta un predellino, mi accontento di poco, di molto poco.