Kaguya, di Domenica Morabito

L’ikigai (“iki”: vita e “gai”: valore) è un’antica filosofia giapponese volta alla ricerca del senso della propria esistenza. Uno scopo apparentemente fuori dalla portata della protagonista del thriller Kaguya. La notte splendente di Noemi Falchi (Edizioni Other Souls), romanzo d’esordio di Domenica Morabito che ha già guadagnato ottime recensioni sui quotidiani nazionali.
Noemi Falchi è una cronista di nera che, a causa della controversa amicizia con il serial killer “Il Ninja”, viene retrocessa nella redazione di moda del giornale “La Finestra”. Una donna tormentata da demoni che non riesce a scacciare e che la tengono inchiodata ad un passato mai passato, oppressa dalla rabbia e dai sensi di colpa per la morte di persone care, rapporti familiari complicati, storie d’amore naufragate. Con il cuore che “si spezza sempre nello stesso punto”, Noemi è incapace di salvarsi da sé stessa, di scampare al vortice che la inghiotte nella spirale autodistruttiva dell’alcol e delle droghe: «Ho trentasei anni e non trovo motivi validi per arrivare a trentasette».
La scomparsa e poi il ritrovamento del corpo dell’amica Charlotte, vittima di un macabro rituale di morte, squadernano una realtà di violenza nella quale niente è come sembra. Domenica Morabito trascina il lettore nel buco nero della vendetta intesa come possibilità: né giusta, né ingiusta. Così è stato per il Ninja, la vittima che diventata carnefice, ma anche il personaggio più umano del romanzo: «Un uomo buono, che quando ha perso ciò che amava di più ha abbandonato ogni questione morale e ha lasciato uscire la parte feroce che sta dentro ogni essere umano».
Nella ricerca della verità, sarà proprio il Ninja a rivelarsi il più valido collaboratore di Noemi, antieroina femminista ribattezzata “Kaguya”, dal nome della giovane che – secondo una vecchia leggenda giapponese – rifiutò la corte dell’imperatore, assurgendo a simbolo di indipendenza e di libertà.
Tra le strade di Roma si dipana un noir avvincente, che spazia dalla violenza di genere alle dinamiche della comunicazione, tocca i grandi temi della giustizia, della verità e del mistero dell’animo umano, giunge infine alla domanda delle cento pistole su quale sia il confine tra il bene e il male.
Sorretta da una scrittura scorrevole, la descrizione di posti e situazioni è minuziosa, l’attenzione per i dettagli maniacale, la suspense e l’adrenalina contagiose fino all’ultima pagina. Arrivato alla quale il lettore non può che esprimere il desiderio che Kaguya apra un ciclo, per continuare a ricercare i pensieri di Noemi “affondati nei sampietrini” o per seguirla mentre percorre in motorino le strade della capitale, “affamata di aria in faccia”.

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