Ho sempre considerato a dir poco bizzarri i “quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla” cantati da Antonello Venditti. Eppure anch’io, come milioni di ragazzi prima e dopo di me, ho ascoltato fino alla nausea “notte prima degli esami” in quel lontano giugno del 1992, riavvolgendo il nastro della musicassetta e facendolo ripartire un’infinità di volte. Specialmente la notte in cui, diversamente dal principe di Condè la vigilia della battaglia di Rocroi, non riuscii a dormire “profondamente”.
Al solito, le ipotesi sulla traccia del tema d’italiano si sprecavano. Ma anche le cartucciere e la fantasia di chi le congegnava. I pochissimi che ci presentammo senza neanche un temario fummo quasi irrisi. Eravamo sicuri che, nella peggiore delle ipotesi, saremmo stati in grado di affrontare la traccia di attualità. E infatti andò così. La tensione, altissima, era per il primo vero esame della vita, non per le prove in sé.
In Italia e nel mondo stava succedendo di tutto e cominciavamo a guardarci attorno con occhi attenti. Dopo la caduta del muro di Berlino, i paesi del blocco sovietico si affacciavano uno dopo l’altro alla democrazia. Da poco più di un anno era finita la prima guerra del Golfo, contro la quale avevamo organizzato una manifestazione terminata in piazza Matteotti con la lettura al megafono di un appello (addirittura) preparato da me, Nino e Luigi. A maggio la strage di Capaci s’era portato via Falcone. A esami in corso la notizia del tritolo in via D’Amelio contro Borsellino colse in spiaggia quelli che avevamo già sostenuto l’orale, portata da una ragazza che non la smetteva più di piangere. Increduli e sgomenti ci chiedevamo: “e ora che succederà?”. Cossiga picconava il sistema politico italiano ormai prossimo all’implosione, Craxi e Andreotti pensavano di essere ancora i burattinai del potere, ma i tempi stavano davvero per cambiare.
Qualche mese prima avevamo fatto il nostro primo viaggio all’estero, destinazione Barcellona. La colonna sonora la portarono i ragazzi di Bagnara: un tributo a Freddie Mercury, morto nel novembre precedente, integrato dai Litfiba allora all’apice del successo. Anche se mio fratello ci aveva stregato con la novità del momento, Edoardo Bennato nelle vesti di Joe Sarnataro (“È asciuto pazzo ’o padrone”). Portavamo a spasso le nostre acconciature improbabili (io il ciuffo alla Nicola Berti, il mio idolo calcistico), camicie orribili e jeans accorciati selvaggiamente a dieci centimetri dalle scarpe. Per la prima volta diventammo conquistatori “in trasferta”, qualche bacio carpito sulle scale dell’albergo e storie che proseguirono nel corso della prima estate da patentati, con la possibilità – quindi – di andare al mare autonomamente, a bordo della mitica 126 blu mediterraneo di Luigi. Ben presto l’esame di maturità diventò un ricordo, come l’incubo per la prova di matematica che non riuscimmo a completare e che Luis risolse alla sua maniera con un’esibizione straordinaria davanti alla cattedra, su una gamba stile Jim Morrison nella danza dello sciamano, conclusa con l’esclamazione: “ecco il punto di equilibrio richiesto dalla traccia!”.
La sera prima dell'orale Santo e Mariella vennero a prelevare me e Giuseppe (loro avevano già fatto l'orale nei due giorni precedenti). Dopo svariati giri "spericolati" per il paese con la "guida sportiva" di Santo siamo andati vicino alla q8 e abbiamo guardato il tramonto. Uno spettacolo mozzafiato. Ci siamo messi lì in silenzio e ci siamo goduti quella meraviglia (fino a quando il proprietario di quel terreno non è venuto a cacciarci…). Non dimenticherò mai quella serata… 🙂
P.S. Luis è il mio idolo!!!!
un bellissim ricordo…io che sono del mesozoico..ricordo poco perchè ogni anno rifacendoli con i ragazzi capto tensioni e tranquillizzo.
Il compito di italiano invece lo ricordo a memoria era una traccia sul valore della lettura….
…Il mio esame di maturita' fu un disastro. La Mannino, pazza come un cavallo, ci rappresentava. Non mi perdono' mai di essere fratello di Luis!
Feci tutto con sufficienza, quasi menefreghismo, convinto che non mi avrebbero mai bocciato. Avevo una media da 48,ne usci' con 42.
Negli anni, col senno di poi, un po' me ne sono vergognato, ma l'esperienza mi e' servita da lezione.
In cuor mio sapevo che gli esami veri sarebbero stati ben altri, ed ho imparato vivendo.
Non smettero mai di studiare, avido di vita, del nuovo dietro l'angolo e delle sorprese e gli ostacoli che non mi aspetto, ma che mi hanno plasmato, difetti e tutto, nella persona che sono oggi.
Il resto, solo numeri e statistiche.
Mario (il fratello esule!)
Per me è passato solamente un'anno dall'esame di maturità, e posso dire che è stata un'esperienza unica e indimenticabile, perchè tra le varie opzioni per farmi passare il compito d'italiano c'era quella di inserirlo dentro il panino…
non dimenticherò mai quei giorni…
Vagabondando tra i blog sono arrivata fin qui stasera…la mia notte prima degli esami è arrivata il 24 giugno di due anni fa, è arrivata in un lampo e in un lampo poi è finita. Quel pezzo di carta che adesso è appeso al muro non mi ha reso davvero più matura, a farmi crescere sono state le persone che in quei cinque anni hanno incrociato la mia vita e che, in parte, l'hanno determinata.
A due anni dai miei esami credo di aver capito che la corsa per l'ultimo credito o l'ultimo punto in realtà non aveva senso. Quello che conta della scuola è tutto tranne i voti.
buonanotte
wow, quanta gente! mi fa piacere essere riuscito a stimolare i vostri interventi. grazie a tutti
PS: per Iole. A noi il compito di matematica entrò legato ad un sasso di mezzo chilo, lanciato dalla strada (eravamo al primo piano), che stava per accoppare la professoressa. Fu prontamente rispedito fuori da Luis, il più lesto a raccoglierlo… Fortunatamente non uccise nessuno!! Però addio sogni di gloria…
Ricordo bene la notte prima degli esami. l'Italia campione del mondo..c'era da festeggiare..!!!
Mi presentai a scuola senza voce il giorno dopo..
P.S. Domenic con il ciuffo alla Berti??!!!!??
Anche se è passato qualche anno (maturità nell’84) ricordo come fosse ieri il mio esame. Presentatomi anche io senza temari e affini nella prova di italiano, perchè puntavo tutto sul tema di attualità (puntato e vinto…). Men che meno in quello di ragioneria (anche se ho tale diploma non ho mai capito che cosa fosse la ragioneria) l’unica speranza era sedermi vicino a qualcuno che fosse in grado di fare il compito (e così è andata). Tremenda botta di culo nella prova orale (sostenuta a fine luglio): interrogato principalmente, sia in Scienza delle Finanze che in Tecnica Bancaria, su argomenti che conoscevo come preghiere (fui l’ultimo del mio turno, sedutomi alle 11.50, alzatomi alle 12.40…). Risultato finale 45/60… ed è stato in quel momento che ho capito che l’esame di stato, così come era, era solo una presa in giro. Non si può dare 45/60 (media del 7 e mezzo…) a uno come me che “arriva a malapena all’insufficenza (copyright mia prof di italiano)” solo per essere stato fortunato all’esame finale dopo non aver fatto niente per 6 anni di scuola…(6 perchè bocciato anche…)
Ragazzi, piano… non vorrei che ancora le vostre malefatte non siano andate in prescrizione! va a finire che vi chiedono indietro il diploma.
PS: comunque il ciuffo alla berti, "ingellato", era uno spettacolo
a quanto pare sono l'unica ad aver dimenticato l'esame di maturità! avevo persino rimosso la Mannino! come ho potuto!
Grazie e complimenti compare…
grazie per avermi fatto rivivere le emozioni che i 18 anni ci regalano; complimenti per la capacità che hai di trasmettere ed attualizzare i sentimenti attraverso la tua magica penna!
Quanti ricordi… il capello lungo alla Ridge, Llore de mar e la disco Papyrus, la "caccia" alle spagnole(ben presto ci rendemmo conto che erano meglio le "bagnarote"!!),le giornate passate a studiare insieme dalla nonna – io, tu, nino e il prof. crea- con le mitiche pause a base di soppressata, "viscotteddhu", pomodori verdi e pecorino.
Seduti al tavolo del bar in Piazza conoscemmo il voto di maturità con Tonino che, urlando dal lato opposto della Piazza, ci tolse la soddisfazione di vederlo scritto ed affisso nella bacheca del vecchio Liceo:"ohhhhh cinquantottuuuu, cinquantaduiiiiiii, u bocciaruuuuuu!!!!. In 19,36 sec., alla Mennea direi, percorremmo la distanza Piazza-Liceo non convinti dalle urla del "nostro". Era tutto vero: il compagno bocciato all'esame di maturità!! Rarità per l'epoca.
Starei a raccontare tutto della estate, l'ultima vera estate da ragazzi…
P.S.:la mitica 126 blu mediterraneo, custodita nel garage in Via Milano, conserva ancora le impronte digitali dei tuoi polpastrelli sul cofano posteriore!
Luigi
E come poi non ricordare la mitica risposta alla domanda di italiano riguardante Ugo Foscolo:"cosa rimane di una persona quando muore?"… le ossa:-D:-D:-D:-D