Fedele Antonino, figlio di Francescantonio e Rosa Gentiluomo, nasce a Sant’Eufemia d’Aspromonte l’11 novembre 1916. Dopo gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, vissuti tra gli orti di “Campanella”, “Crasta” e “Candelisi”, si iscrive all’Università e si laurea in Giurisprudenza e Scienze Politiche. Partecipa alla seconda guerra mondiale come tenente pilota dell’Aeronautica militare e, nel dopoguerra, vince un concorso per ispettore delle Poste e Telecomunicazioni che ne determina il trasferimento a Roma, nel 1948. Nella capitale può coltivare i suoi interessi per la letteratura e soprattutto per la musica, un retaggio di famiglia trasmesso a Nino ed ai suoi fratelli dal padre, suonatore di violino in chiesa e appassionato cultore di musica classica e lirica. Frequenta il “Teatro dell’Opera” e incomincia a scrivere i primi articoli di critica musicale. Il 31 luglio 1950 sposa Angelina Luppino, ma già l’anno successivo solca l’Oceano Atlantico. Poliglotta (conosce l’inglese, il tedesco e lo spagnolo), ben presto diventa critico musicale per il più diffuso e influente giornale statunitense in lingua italiana: “Il Progresso Italo-Americano”, fondato da Carlo Barsotti nel 1880 e pubblicato in edizione quotidiana, che conobbe il suo periodo d’oro tra le due guerre mondiali, sotto la guida di Generoso Pope. In pochi anni Nino Fedele diventa un autorevole giornalista e il 26 maggio 1959 viene naturalizzato cittadino statunitense.
Per lunghi decenni recensisce le performance degli artisti che si esibiscono a Broadway, nel celebre “Metropolitan Opera House”, anche quando il quotidiano cesserà le pubblicazioni (1988) e la sua eredità verrà raccolta da “America Oggi”, che ancora oggi viene stampato: “per trent’anni – scrive Carmelita Tripodi – è stato un osservatore preciso, quasi pignolo, del cosmo musicale americano ed internazionale, del quale ha scritto con passione innumerevoli piccole pagine di storia” (“Incontri”, gennaio-marzo 1992).
I suoi articoli “ritraggono” i più grandi artisti: la bellissima Anna Moffo, Anselmo Colzani, Luciano Pavarotti, Renata Tebaldi, Renata Scotto, Mario Del Monaco e la “divina” Maria Callas. Con alcuni di loro Fedele intrattiene anche significativi scambi epistolari. In una lettera, Renata Tebaldi (già affermatissima “voce d’angelo”, secondo la celebre definizione del direttore d’orchestra Arturo Toscanini) gli rivolge infatti parole di sincero ringraziamento, che Isabella Loschiavo riporta in un articolo per “Incontri” (aprile-giugno 1997): «Lei sa cogliere tutte le sfumature, conosce perfettamente ogni opera e sa bene quello che dice».
Moltissimi gli scritti di Fedele dedicati alle opere di Puccini. In particolare, apprezza la “Bohème” che, il 14 aprile 1975, segna l’esordio al Metropolitan di Katia Ricciarelli accanto a José Carreras. La sua acuta penna passa al vaglio la messa in scena delle opere di Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi, Pietro Mascagni, Francesco Cilea, che conobbe personalmente nell’abitazione romana dell’amico d’infanzia Nino Zucco, altro illustre eufemiese, in grande intimità con l’autore di Adriana Lecouvreur; ma si occupa anche di compositori non italiani: Richard Wagner, Jules Massenet, Benjamin Britten. In occasione del decimo anniversario della morte di Toscanini, celebra a tutta pagina il Maestro “simbolo imperituro del genio italiano”.
Nel 1982 gli viene assegnato il premio “Calabria d’Oro”: «Per aver portato oltre confine la sua passione di calabrese, per aver sostenuto con coraggio la voce più alta della nostra arte, per aver testimoniato l’apporto italiano al progresso americano».
Nel 1984 il presidente Sandro Pertini lo insignisce dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.
Muore a Brooklyn il 5 gennaio 1992.
*Fonti:
– Ufficio Anagrafe e Stato civile del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, “Registro delle nascite” (anno 1916);
– Isabella Loschiavo, Scrittori, poeti e giornalisti di Sant’Eufemia d’Aspromonte (terza parte), rivista “Incontri”, aprile-giugno 1997;
– Carmelita Tripodi, Deceduto in Usa il dottor Antonino Fedele, rivista “Incontri”, gennaio-marzo 1992;
– Nino Zucco, Incontri, Edizioni E.P.A.R., Roma 1978, pp.66-68.
**La foto è tratta dalla rivista “Incontri”, gennaio-marzo 1992.