Il dato più rilevante è quello dell’astensionismo: a Sant’Eufemia si sono recati alle urne 1.083 elettori, pari al 28,75% degli aventi diritto. Quasi il 9% in meno rispetto alle Europee del 2009 e 73 elettori in meno rispetto all’ultima consultazione, quella relativa alle Politiche del 2013, competizione però storicamente più “sentita” dall’elettorato e quindi più partecipata. La percentuale di affluenza è di molto al di sotto del dato nazionale (58,69%), a sua volta inferiore di otto punti rispetto a quella delle Europee del 2009, che si svolsero però in due giorni. Sarà compito degli analisti spiegare la montante disaffezione nei confronti della politica, chi osserva il responso nudo e crudo deve invece concentrarsi sui risvolti politici immediati. Su chi vince e su chi perde, perché alla fine chi ha partecipato ha deciso per tutti. È la politica, bellezza.
In sintesi ha vinto Renzi, ha perso Grillo. Ha vinto il desiderio di “normalità” contro la guerra continua, gli slogan truculenti, la paura e il terrore mediatico. Ha vinto il senso di responsabilità del Partito Democratico e lo spirito riformista dell’azione di governo, con tutti i limiti e le difficoltà che non si vogliono certo nascondere. Secondo questa lettura, tutto il resto scompare, o comunque assume poca rilevanza. A livello nazionale e a livello locale.
Laddove sei mesi fa esistevano soltanto macerie in otto abbiamo “aperto” (non “fisicamente”, purtroppo) il circolo Pd “Sandro Pertini”. Alla prima importante scadenza elettorale siamo risultati il primo partito con 361 voti (36,06%), davanti a Nuovo Centro Destra (272), Forza Italia (181), Movimento Cinque Stelle (96), Fratelli d’Italia (26), Verdi (21), Tsipras (17), Italia dei Valori (12), Lega (6), Scelta Europea (5), Maie (4). I due candidati che sostenevamo sono stati entrambi eletti: Elena Gentile, primatista a Sant’Eufemia con 220 preferenze, e Gianni Pittella (177).
Un risultato che ci riempie di orgoglio e che consideriamo un buon punto di partenza per l’azione che andremo a sviluppare in futuro, in piena autonomia e con spirito costruttivo. Il tesseramento per il 2014 sarà l’occasione per verificare su quali forze potremo realmente contare, anche sotto il profilo pratico dell’organizzazione. E poi il problema più grande, quello della sede, un punto di riferimento indispensabile soprattutto per i giovani che ci hanno sostenuto in questa campagna elettorale, sui quali puntiamo per continuare a crescere e diventare sempre più protagonisti. Perché un partito ha senso se è al servizio della collettività, non se si riduce a comitato elettorale da mobilitare nelle vicinanze di ogni appuntamento con il voto.
Conserverò per sempre tra i ricordi più cari la stretta di mano ricevuta da un militante storico (classe 1928) del vecchio Pci che ci ha fatto i complimenti e ci ha esortato a continuare su questa strada.