Un piccolo pensiero per dire “ci siamo”, come Agape e come comunità che con la propria generosità consente ai volontari di “esserci”. È il senso della distribuzione delle uova di Pasqua, stamattina, agli amici dell’Agape e ai ragazzi che in estate partecipano alla colonia estiva. Ed è bello leggere negli occhi l’attesa di chi sa che, come ogni anno, i volontari arriveranno. La Pasqua di solidarietà dell’Agape è fatta di gesti, di abbracci, di parole scambiate dandosi appuntamento alle occasioni di incontro, come quello recente in pizzeria o all’ estate imminente che vedrà tutti alle prese con ciambelle e creme solari.
Mercoledì c’era stata la prima iniziativa pasquale, l’ormai ventennale Via Crucis con gli ammalati all’interno della Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”, preceduto dalla consegna di un uovo di Pasqua. Condotti dal parroco don Marco Larosa, i volontari dell’associazione, le operatrici della struttura e il coro “Cosma Passalacqua” guidato dal Maestro Angela Luppino hanno ripercorso le tappe della Passione di Gesù in un luogo che richiama, in eguale misura, sofferenza e amore. Caterina e Iole si sono soffermate con la croce e con i cartelli delle stazioni accanto agli ospiti della struttura, disposti attorno al tavolo circolare della sala ricreativa, mentre si susseguivano le letture delle riflessioni, aventi come tema “Prima di tutto la vita”.
La Via Crucis nella RSA tocca corde intime per ciò che rappresenta e per la partecipazione degli anziani che ne seguono lo svolgimento con emozione, sia quando pregano e ascoltano, sia quando si uniscono commossi all’esecuzione dei canti della tradizione pasquale, tra i quali lo straziante “Stava Maria dolente” nell’intensa esecuzione di Noemi e Stefania.
Con Sant’Eufemia tra gli anziani della residenza sanitaria assistenziale
Sin dalla sua fondazione, tra la RSA “Mons. Prof. Antonino Messina” e l’Associazione di volontariato cristiano “Agape” perdura un rapporto speciale, che nel tempo si è consolidato grazie alla realizzazione di iniziative di solidarietà presso la struttura di via Silvio Pellico. Anche ora che non è consentito effettuare le visite come nel periodo pre-covid, sono infatti diverse le occasioni di incontro: il “Natale di solidarietà”, la Via Crucis pasquale, la Giornata Mondiale del Malato, momenti di preghiera nel corso dell’anno con la recita del Rosario.
I volontari si sentono a casa, da parte della direttrice Rossana Panarello e del personale che lavora nella struttura ci sono sempre grande disponibilità, spirito di collaborazione e un’apertura verso l’esterno che non è scontata, ma che è molto gratificante.
Anche questa volta è stato così per l’idea, sposata con entusiasmo dal parroco don Marco Larosa, di fare vivere la novena di Sant’Eufemia anche agli ospiti della struttura, alla quale la presidente dell’Agape Iole Luppino ha consegnato una statuetta della Santa Protettrice. La visita e la recita della coroncina in onore di Sant’Eufemia è stata impreziosita dalla presenza del coro polifonico parrocchiale “Cosma Passalacqua”, con il quale da diversi anni l’Agape – specialmente all’interno della RSA – opera sinergicamente. Vivere al meglio l’associazionismo significa collaborare con le realtà operanti sul territorio, portatrici di identità proprie che, messe insieme, moltiplicano gli effetti positivi delle singole specificità.
Dopo la recita della coroncina, guidata da don Marco, il salone della struttura è stato inondato dalla soave musica del Maestro Angela Luppino e dalle voci del coro parrocchiale, che ha eseguito i canti tradizionali dedicati a Sant’Eufemia: “Tutta bella, tutta pura” e “Leviam giulivi un cantico”. Un’esibizione toccante, alla quale molti anziani hanno dato un attivo e molto emozionato contributo.
Per i volontari dell’Agape i momenti vissuti nella RSA “Messina”, emotivamente forti, sono unici. “Come se qualcuno li disegnasse con cura”, ha commentato un volontario, “ma in questa occasione con una cura addirittura maggiore rispetto al solito”: «Un luogo di sofferenza si trasforma di colpo in un angolo di paradiso nel quale il canto e la preghiera diventano, per chi crede in Dio, speranza di eternità».
La struttura sanitaria è parte integrante della comunità eufemiese. Non è un luogo di morte, bensì un luogo di dedizione, di amore, di vita al di là delle difficoltà e del destino intuibile per coloro che si accingono a percorrere l’ultimo tratto di strada. I quali, proprio per questo motivo, meritano la massima considerazione. Osservando gli anziani e l’attività del personale della struttura si riesce a comprendere quanto sia orrenda l’imperante cultura dello scarto, più volte denunciata da Papa Francesco, e quanto sia inestimabile il valore di ogni singola esistenza umana.
La musica di Vincenzo Orlando nella tradizione religiosa eufemiese
Il 31 ottobre del 2024 saranno dieci anni che Vincenzo Orlando, per tutti il “Professore Orlando”, non è più tra noi. Eppure la sua presenza nella comunità eufemiese è ancora forte, soprattutto nei giorni della novena in onore di Sant’Eufemia, per la quale ha composto l’inno “Leviam giulivi un cantico”. L’espressione pacata e i modi gentili sono stati il tratto caratteristico di un uomo mite, di un nonno affettuoso con i nipoti e interessato al loro rendimento scolastico, di un artista capace di imprimere sul pentagramma la devozione religiosa dei suoi concittadini.
Il Maestro Orlando, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte il 17 agosto 1926, proveniva da una famiglia umile. Il padre, Vincenzo Antonio, esercitava la professione ciabattino, mentre la madre Eufemia Panuccio era casalinga. Nella modesta abitazione di via Lupini, dove visse con i genitori e – dopo il matrimonio – con la moglie Grazia Maria Fedele, ebbe il primo incontro con la musica grazie al genitore, suonatore di corno nel complesso bandistico del paese. Alunno del maestro elementare Pentimalli nelle classi allestite all’interno delle baracche costruite dai milanesi dopo il terremoto del 1908, già a undici anni alternava i giochi con i bambini della “ruga” alle esibizioni con la banda, che ne forgiarono la passione e ne segnarono il destino.
Diplomatosi in clarinetto presso il conservatorio “San Pietro a Maiella” di Napoli (24 settembre 1964), fu clarinetto solista nella banda comunale di Acireale e I° clarinetto nel Teatro Massimo di Palermo. In Sicilia svolse un’intensa attività concertistica nell’opera lirica; successivamente si distinse come clarinettista in diverse bande della provincia reggina, in particolare a Seminara, che dopo il pensionamento costituì una delle mete preferite dei quotidiani viaggi in compagnia della moglie (per visitare la chiesa della Madonna dei Poveri), a bordo della sua inconfondibile Fiat Uno bianca. Amante dei sonetti di Ugo Foscolo, insegnò musica nelle scuole secondarie inferiori di Giffone, Galatro, Cinquefrondi, Sant’Eufemia d’Aspromonte e Palmi, dove – presso la scuola media “Milone” – concluse la carriera di docente.
La centralità della figura di Vincenzo Orlando nel panorama culturale eufemiese si rileva nel suo impegno di organista e maestro del coro polifonico parrocchiale della chiesa di Sant’Eufemia Vergine e Martire, per il quale compose le sue musiche più celebri: la “Ninna nanna” per Gesù Bambino, eseguita durante le festività natalizie; “La Desolata”, canto a due voci uguali per coro, in tre parti (“Tomba”, “Ah perché mai”, “Chiusa in cheta e oscura stanza”) e “Stava Maria Dolente”, che chiude la raccolta dedicata ai riti della Settimana Santa; le litanie del Santo Rosario. Infine, il ciclo delle opere in onore di Sant’Eufemia, tra le quali vanno ricordati i canti “Tutta bella, tutta pura” e “Da questi monti”, oltre alla toccante “Leviam giulivi un cantico”. Eseguito nel corso della messa solenne, l’inno per la Santa Patrona alimenta il ricordo del suo autore, che è indissolubilmente legato ai festeggiamenti del 16 settembre.
*La banda di Seminara nel biennio 1956-57. Dal basso, Vincenzo Orlando è il terzo da destra della seconda fila.
La Pasqua di solidarietà dell’Agape
Con la “Via Crucis del malato” svolta all’interno della Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina” è iniziata ieri la “Pasqua di solidarietà” dell’Agape. Guidati dal parroco don Marco Larosa, i volontari dell’associazione, le operatrici della struttura con la direttrice Rossana Panarello e le cantanti del coro “Cosma Passalacqua”, dirette da Angela Luppino, hanno ripercorso le tappe della Passione di Gesù. Di stazione in stazione, la presidente dell’associazione Iole Luppino ha portato la croce, soffermandosi sui “quadri” retti dagli ospiti della struttura, sistemati attorno al grande tavolo circolare della sala ricreativa. Molto emozionante è stata l’esecuzione finale da parte del coro di “Stava Maria dolente”, il celebre e straziante canto delle Marie che caratterizza a Sant’Eufemia la Processione dei Misteri.
Al termine del rito religioso, la presidente dell’Agape ha consegnato alla direttrice della struttura un caratteristico crocifisso della Via Crucis, sul quale sono disposte le 14 stazioni e – al centro – Gesù Risorto, simbolo del trionfo della vita sulla morte.
Nel corso della Settimana Santa i volontari consegneranno le uova di Pasqua ai ragazzi che generalmente partecipano alla colonia estiva organizzata dall’associazione, mentre domani, insieme alle altre realtà associative cittadine, l’Agape – alla quale è stata assegnata la meditazione sulla terza stazione – parteciperà alla Via Crucis parrocchiale che si snoda lungo le strade del paese.
La tombolata dell’Agape
Sant’Eufemia d’Aspromonte si conferma, ancora una volta, una comunità generosa. Ne abbiamo avuta l’ennesima dimostrazione ieri sera, in occasione della tombolata del “Natale di solidarietà” dell’Agape presso la sala ricevimenti “Il Cagnolino”, che ha registrato un’adesione straordinaria. Circa trecento sono stati infatti i partecipanti alla tradizionale iniziativa di beneficenza con la quale l’Agape raccoglie fondi che poi utilizza per il finanziamento delle proprie attività.
Mi ha fatto molto piacere la presenza massiccia dell’associazionismo eufemiese, che per me rappresenta da sempre il fiore all’occhiello del nostro territorio, così come quella delle istituzioni civili e religiose, a partire dal sindaco Pietro Violi e dal parroco don Marco Larosa. Segnale evidente della necessità di fare aggregazione, nonostante questi nostri tempi ci spingano all’isolamento. Sta alle istituzioni e alle associazioni, in sinergia e con spirito propositivo, cogliere e sviluppare occasioni di crescita collettiva.
Uno sforzo organizzativo di così vasta portata sarebbe stato insostenibile senza il contributo dei ragazzi del locale liceo scientifico, non nuovi alla partecipazione ad iniziative di solidarietà e che proprio di recente si sono occupati della distribuzione delle stelle di Natale dell’Ail nelle piazze del paese. A loro va il nostro più sentito ringraziamento, accompagnato dall’auspicio che possano abbracciare con sempre maggiore convinzione i valori del volontariato. Un altro doveroso grazie va rivolto ai tanti, cittadini privati e titolari di attività commerciali che hanno generosamente offerto i premi e preparato i dolci.
Siamo consapevoli che non ci si salva da soli, occorre fare squadra. Con questo spirito l’Agape, per mano della presidente Iole Luppino, ha omaggiato il Maestro Angela Luppino con la “pergamena della solidarietà” per il Concerto di Natale tenuto dal coro polifonico parrocchiale “Cosma Passalacqua” presso la RSA “Antonino Messina”, in occasione della consegna dei doni di Natale agli ospiti della struttura per anziani.
Grazie a tutti.