I cioccolatini della ricerca Airc 2024

Anche quest’anno l’Associazione di volontariato cristiano “Agape” di Sant’Eufemia sarà al fianco dell’Airc, che torna in 2.000 piazze per distribuire le colorate confezioni da 200 grammi di cioccolato fondente Venchi.
Nel 2023 sono state registrate in Italia 395.000 nuove diagnosi di tumore (208.000 tra gli uomini e 187.000 tra le donne), più di mille al giorno. I progressi nella ricerca rendono però più efficaci le cure e prevengono le recidive: tra il 2010 e il 2020 sono infatti aumentate del 54% le persone vive a dieci anni di distanza dalla diagnosi.
Con l’acquisto dei cioccolatini della ricerca offriamo un contributo concreto al lavoro di circa 6.000 ricercatori Airc, per rendere il cancro sempre più curabile.
Vi aspettiamo in piazza Matteotti, domenica 10 novembre, a partire dalle ore 9:00.

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L’orologio azzurro di Giuseppe

Quando in spiaggia giocavi a pallone con gli altri bambini, non sapevo se essere felice o piangere mentre osservavo la tua determinazione nel calciare con tutta la forza che avevi. Ancora riuscivi a muovere qualche passo, se qualcuno ti sorreggeva da dietro. Alzami tu, dicevi. La più bella dichiarazione di fiducia mai ascoltata. Ripetuta negli anni. Sulle rampe delle scale con le tue braccia attorno al collo, sull’altalena che non avevi mai provato e della quale volesti fare esperienza, al largo, in mare, per raggiungere la boa diventata tua personale conquista: gli occhi sorridenti e le mani che si agitavano per richiamare l’attenzione degli altri volontari dell’Agape sulla riva. Avrei voluto piantarci una bandierina su quella boa: «Giuseppe è arrivato fin qui».
Nell’acqua ti sentivi libero, come se avessi lasciato sulla terraferma la gabbia della malattia che ti inchiodava ad una sedia a rotelle. Per questo volevi essere lasciato solo e allontanavi le nostre mani dalla ciambella.
La felicità aveva il colore del mare e della sabbia, e il suono della tua voce che inseguiva la boccia lanciata e caduta pochi centimetri davanti ai tuoi piedi. Vincevi lo stesso tu. Vincevi sempre tu. Come nella playstation: sullo schermo correvi e segnavi al pari di tutti gli altri bambini, ti lanciavi in tackle oppure ti tuffavi per parare il rigore di un incredulo Higuain, rassegnato e con le mani tra i capelli al cospetto della tua prodezza.
Abbiamo inventato tanti giochi e ne abbiamo cambiato i regolamenti, ogni volta che l’abbiamo voluto. In questo siamo stati liberi, nessuno poteva decidere per noi.
Sapevamo che il tempo ci era nemico. Ma chissà poi se è stato così. Non si può accettare la morte di un ragazzo. Non la possono accettare i genitori, non la possiamo accettare noi che ti abbiamo voluto bene. Se il tempo ha un inizio e una fine, se il dolore ha un inizio e una fine. Ma se ora e allora sono un tutt’uno, se riusciamo a confondere e a confonderci nell’unicità delle nostre esperienze: cosa sono stati i tuoi diciott’anni? Cosa il fuoco della tua lotta?
Il tempo scandito dal tuo orologio azzurro era diverso dal nostro. Tu lo sapevi, per questo hai detto ad Assunta, tua madre, di tenerlo al polso lei, quando non ci saresti più stato. Perché il tempo dell’amore non ha tempo, non ha scadenza. Come il pupazzo di Winnie the Pooh, che ti accompagnò con noi a Lourdes e che è con te oggi, in questo tuo ultimo viaggio.
Ho letto l’esperienza di un padre distrutto di fronte alla fragilità del figlio disabile, eppure capace di cogliere il senso più profondo della vita. Ciò che importa – diceva – non è capire fin dove potrà arrivare un figlio disabile, se riuscirà ad acquisire competenze e abilità, se sarà un minimo autosufficiente, o se non lo sarà per niente. Ciò che importa è cosa i genitori e coloro che gli vogliono bene saranno “capaci di fare”, cosa saranno “disposti a diventare”. Se saranno capaci di arrivare alla sua altezza.
Non lo so se siamo stati alla tua altezza. So però che hai cambiato in molti di noi il modo di vedere le cose, la prospettiva del mondo. Ci hai fatto capire cosa è importante e cosa è invece superfluo, coreografico, privo di sostanza. Ci sei stato maestro.
Ho un ricordo di molti anni fa, un saggio di musica nel teatro della scuola media. L’insegnante che ti aiuta ad alzarti, la tua fatica nello spingere in avanti le gambe per giungere alla pianola. Un passo dopo l’altro, un rallenty sospinto dagli occhi di tutti e poi “Jingle Bells”. Sorretto dalle mani sicure della docente, tra il silenzio e l’emozione della sala, tutta concentrata sulle tue dita che battono i tasti bianchi e neri: «Suonate campane, suonate tutto il tempo».
Continua a suonare, Giuseppe. Per te, per noi, per la vita che ci hai insegnato.

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La colonia estiva dell’Agape 2024

Si è conclusa nel cortile della Scuola dell’infanzia paritaria “Padre Annibale Maria di Francia” l’edizione 2024 della colonia estiva dell’Agape. Una serata di canti, balli, giochi, rustici, dolci e tanti, tanti sorrisi. Il magone alla fine resta sempre, ma anche la determinazione nel darsi tutti appuntamento alla prossima estate.
Quest’anno è stata dura, inutile nasconderlo. Ma forse proprio per questo è stato più bello riuscirci ancora, perché la forza di volontà davvero è capace di smuovere le montagne. Abbiamo fatto del nostro meglio, siamo stati ripagati dalla felicità dei ragazzi. Questo conta.
C. con le sue mille domande, R. che barcolla ma non crolla, G. che aspetta in piedi dietro la porta l’arrivo del furgone, anche quest’anno generosamente messo a disposizione dalla “Annibale Maria di Francia”. T. lo “sdraiatore”, improvvisatosi anche venditore ambulante, per la gioia di tutti. N. che ha provato senza braccioli né ciambella: «Tienimi stretto». Certo che ti teniamo stretto, basta il tuo “ciauwu” ad aprire il cuore. Bastano i tuoi occhi, quando ti abbiamo detto che era l’ultimo giorno di mare.
E poi l’esordio della sedia job ricevuta in dono, a conferma di quanto importante sia il contributo della comunità e dei privati che da sempre sostengono questa iniziativa, in silenzio o partecipando al veglione di fine anno, che di fatto finanzia la colonia. Ancora una volta a Bagnara, quest’anno in due tempi: fine luglio e fine agosto, per riuscire in qualche modo a completare due settimane.
Quest’anno siamo stati in pochi, troppo pochi, anche se tre nuove volontarie hanno avuto modo di provare questa esperienza. Ma non si può fare volontariato, così come partecipare alle attività di qualsiasi associazione, se non si è disposti a rinunciare a qualcosa. Non si tratta di coprire un buco nelle proprie vite, quanto di aggiungere qualcosa che le arricchisca di senso.
Esistono sempre validi motivi che portano altrove: impegni di lavoro e di famiglia, difficoltà ad incastrare giorni ed ore. Ma ne esiste sempre almeno uno in più per non tirarsi indietro, per esserci. E per rispondere al dolore recente degli addii di Cosimo e Angela con l’allegria di questi giorni, che a loro dedichiamo.

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Una grande prova di generosità

Grazie anche ad un ottimo lavoro di prevendita e alla grande adesione in piazza Matteotti nella mattina di domenica 12 maggio, tutte le azalee dell’AIRC sono state distribuite dai volontari dell’Agape. Con 168 piantine, Sant’Eufemia d’Aspromonte ha conseguito nella provincia di Reggio Calabria il migliore risultato, in proporzione alla popolazione, confermandosi inoltre tra i primi comuni in termini assoluti.
Grazie a tutti per il generoso contributo in favore della ricerca per lotta contro il cancro.

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L’azalea della ricerca per la festa della mamma

Domenica 12 maggio, in occasione della Festa della Mamma, oltre 20.000 volontari saranno presenti in 3.500 piazze italiane con l’azalea della ricerca AIRC, che quest’anno festeggia il suo quarantesimo compleanno.
Insieme all’azalea verrà offerta una guida che ripercorre i principali traguardi raggiunti: «Le conquiste della ricerca si traducono in vite salvate e negli ultimi quarant’anni in Europa – ricorda l’Airc – sono state salvate dal cancro le vite di oltre due milioni di donne».
A Sant’Eufemia d’Aspromonte saranno i volontari dell’Agape ad occuparsi della distribuzione della piantina simbolo della battaglia contro i tumori femminili.
Con una donazione di 18 euro, potremo festeggiare le nostre mamme e dare un aiuto concreto alla lotta contro il cancro.
Chi volesse aderire alla prevendita, può contattare i volontari dell’associazione.
Vi aspettiamo in piazza Matteotti, dalle ore 9.00 alle 13.00.

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La Pasqua di solidarietà dell’Agape

Un piccolo pensiero per dire “ci siamo”, come Agape e come comunità che con la propria generosità consente ai volontari di “esserci”. È il senso della distribuzione delle uova di Pasqua, stamattina, agli amici dell’Agape e ai ragazzi che in estate partecipano alla colonia estiva. Ed è bello leggere negli occhi l’attesa di chi sa che, come ogni anno, i volontari arriveranno. La Pasqua di solidarietà dell’Agape è fatta di gesti, di abbracci, di parole scambiate dandosi appuntamento alle occasioni di incontro, come quello recente in pizzeria o all’ estate imminente che vedrà tutti alle prese con ciambelle e creme solari.
Mercoledì c’era stata la prima iniziativa pasquale, l’ormai ventennale Via Crucis con gli ammalati all’interno della Residenza sanitaria per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”, preceduto dalla consegna di un uovo di Pasqua. Condotti dal parroco don Marco Larosa, i volontari dell’associazione, le operatrici della struttura e il coro “Cosma Passalacqua” guidato dal Maestro Angela Luppino hanno ripercorso le tappe della Passione di Gesù in un luogo che richiama, in eguale misura, sofferenza e amore. Caterina e Iole si sono soffermate con la croce e con i cartelli delle stazioni accanto agli ospiti della struttura, disposti attorno al tavolo circolare della sala ricreativa, mentre si susseguivano le letture delle riflessioni, aventi come tema “Prima di tutto la vita”.
La Via Crucis nella RSA tocca corde intime per ciò che rappresenta e per la partecipazione degli anziani che ne seguono lo svolgimento con emozione, sia quando pregano e ascoltano, sia quando si uniscono commossi all’esecuzione dei canti della tradizione pasquale, tra i quali lo straziante “Stava Maria dolente” nell’intensa esecuzione di Noemi e Stefania.

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La Giornata del malato

La Giornata mondiale del malato, istituita da Giovanni Paolo II e giunta alla trentaduesima edizione, anche quest’anno è stata onorata dall’Agape con la visita agli ospiti della RSA “Mons. Prof. Antonino Messina”. Nel suo messaggio, Papa Francesco si è soffermato sulla necessità di “curare il malato curando le relazioni”: «L’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventa e ci risulta dolorosa e perfino disumana. Lo diventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria. Il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono. […] La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi. In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato».
Dopo la consegna del dono dell’associazione da parte del presidente Iole Luppino (un cero per la piccola cappella della struttura), i volontari hanno recitato il Santo Rosario condotto dal parroco don Marco. Con la consueta disponibilità e sensibilità, il coro parrocchiale “Cosma Passalacqua”, guidato dal Maestro Angela Luppino, ha aderito all’iniziativa accompagnando le preghiere con l’esecuzione di canti religiosi. Molto intensa ed emozionante la partecipazione attiva di alcuni anziani, tra i quali non c’era purtroppo la signora Rosa, deceduta qualche giorno prima ed alla quale la Giornata è stata dedicata.
Presso la chiesa di Sant’Ambrogio, don Marco ha infine celebrato la Santa Messa in onore dei volontari dell’Agape che continuano a vivere nel ricordo di tutti: Adelina, Anna, Marco, Antonella, Sarina.

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Il Natale di solidarietà dell’Agape

Venerdì 29 dicembre, presso la sala ricevimenti “Cagnolino”, avrà luogo il tradizionale veglione di fine anno che conclude le iniziative del “Natale di solidarietà” dell’Agape.
Le attività dell’associazione presieduta da Iole Luppino hanno avuto inizio il 2 dicembre, con la consegna alla RSA “Prof. Mons. Antonino Messina” di un albero di Natale che dopo le festività sarà messo a dimora nel giardino. I volontari dell’associazione, insieme alle operatrici e agli ospiti della struttura, in un clima di partecipata condivisione hanno poi recitato il Santo Rosario in onore dell’Immacolata.
La realizzazione della seconda iniziativa è stata resa possibile grazie alla sensibilità del coro parrocchiale “Cosma Passalacqua”, con il quale da tempo l’Agape organizza presso la RSA “Messina” momenti di intrattenimento musicale. Con l’accompagnamento del coro, sono stati infatti intonati i canti della tradizione natalizia, eseguiti al ritmo del battito delle mani e con il coinvolgimento degli anziani della struttura, alcuni visibilmente emozionati.
Qualche giorno fa i volontari hanno invece fatto visita ai partecipanti alla colonia estiva per scambiare gli auguri e per consegnare un regalino da mettere sotto l’albero.
L’evento del 29 dicembre non è soltanto l’occasione per trascorrere una serata in allegria tra giochi, canti e balli. Tutte le attività dell’associazione, a cominciare dalla colonia estiva che è quella economicamente più dispendiosa, sono infatti finanziate con il ricavato della tombolata di fine anno. Per questo è importante partecipare. L’Agape è sostanzialmente uno strumento a disposizione del territorio (non l’unico, ovviamente), che consente alla nostra generosa comunità di dare un contributo concreto per la realizzazione di iniziative di solidarietà.
Vi aspettiamo!

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L’umanità dei luoghi

“L’umanità dei luoghi. Storie di volontariato dall’Aspromonte al mare” è un documentario, prodotto dal Centro Servizi per il Volontariato dei Due Mari – ETS e realizzato da MedMedia, che in circa un’ora racconta storie significative di volontariato della Provincia di Reggio Calabria. Si parla anche dell’Agape di Sant’Eufemia d’Aspromonte (al minuto 30:50): anzi, sono i volontari a raccontare e a raccontarsi mentre sono impegnati nella realizzazione della colonia estiva.
Di recente, “L’umanità dei luoghi” è stato selezionato per concorrere al 77° Festival Internazionale del Cinema di Salerno e, fino alle 23:55 del 1° dicembre, è possibile sostenerne la candidatura.
Per votare è sufficiente aprire il link https://show.festivaldelcinema.it/ e registrarsi, fare l’accesso (login) digitando il nome utente e la password, cliccare sulla sezione DOCUMENTARI, trovare “L’umanità dei luoghi” e votare scegliendo il numero di stelline (da 1 a 5).
Consiglio non soltanto di votare: l’intero documentario merita di essere guardato. In Calabria ci sono tante storie belle, che meritano di essere raccontate e conosciute.

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Grazie

Nella sua ormai venticinquennale esperienza di colonie estive, pochissime volte l’Agape ha avuto la fortuna di avere a disposizione la cosiddetta “sedia JOB”, acronimo dell’espressione napoletana “jamm ’o bagno” (“andiamo al mare!”). In quel paio di edizioni, sono stati alcuni lidi e l’Agess di Bagnara Calabra a condividere generosamente con la nostra associazione la speciale carrozzina da spiaggia, che permette ai soggetti con disabilità lo spostamento sulla sabbia e l’entrata in mare. Operazioni altrimenti complicatissime, risolvibili soltanto a forza di braccia.
Qualche giorno fa l’Agape ha ricevuto in dono proprio una sedia JOB, un regalo che i volontari hanno accolto con molta emozione. Nel gesto abbiamo colto l’apprezzamento per le attività che svolgiamo, una sorta di premio alla tenacia senza la quale molte colonie estive probabilmente non si sarebbero potute realizzare. Indubbiamente, ciò rappresenta per tutti noi un’enorme gratificazione.
Il volontariato è materia delicata, che va trattata con grande cautela perché a parlarne si corre il rischio di scadere nell’autocelebrazione. Qualcuno più grande di noi raccomandava: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra». Lo pensa anche la persona che ha donato la carrozzina da spiaggia all’Agape e che vuole restare anonima.
Noi però lo abbiamo voluto comunicare, così come cerchiamo di dare visibilità a tutte le nostre iniziative di solidarietà. Non per autoincensarci, ma perché siamo convinti che i buoni esempi possono innescare effetti imitativi, esattamente come avviene (purtroppo) per tutte le brutture del mondo.
Con questo spirito, nel ringraziare chi ha dimostrato nei confronti dell’Agape così tanto affetto, per esprimere tutta la nostra felicità prendiamo in prestito le parole di Ligabue in “Almeno credo”: «Credo a quel tale che dice in giro/ che l’amore porta amore».

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