Quel 27 gennaio, ovunque ci si voltasse, erano soltanto occhi gonfi. Quando in una piccola comunità viene a mancare una giovane vita, stringersi attorno alla famiglia è un gesto istintivo, un riflesso naturale. Un modo per fare e farsi forza, tutti assieme.
La morte di Adelina Luppino è stata un dolore troppo grande, che ognuno hai poi elaborato individualmente (ma anche collettivamente) nel tempo, pur continuando a portarlo dentro di sé, “come una pietra leggera” – direbbe il poeta. In tanti abbiamo seguito, più o meno da vicino, la sua personale via crucis, accompagnandola stazione dopo stazione, e trovando – noi – nelle sue parole, nella sua testimonianza di vita e di fede, il conforto per quel vuoto che immaginavamo avrebbe lasciato.
Come in un flashback: il freddo sferzante, una lama che tagliava visi solcati da lacrime. Una ragazza minuta che tremava, quasi saltellava, nel tentativo inutile di soffocare il pianto. Una folla immensa. Muta. Attonita. Un silenzio che metteva i brividi, interrotto soltanto dai singhiozzi. “Su ali d’aquila”. Il dolore e la dignità di una mamma che forse ancora oggi non riesce ad accettare la crudeltà di un destino che l’ha fatta sopravvivere alla figlia.
Una scia di luce è il titolo del libro che la sorella Antonietta ha curato, raccogliendo lettere, pensieri e poesie di Adelina. Una scia di luce è quel che ci rimane di lei, scintillante. Come nell’estate scorsa, quando grazie al “suo” contributo l’Agape è riuscita a portare a Lourdes un gruppo di disabili.
Per ricordare Adelina, gli amici dell’Agape si sono dati appuntamento alle 12.00 di venerdì 27 per recarsi al cimitero. Nella chiesa di Sant’Eufemia, alle 18.00, sarà celebrata una Santa Messa in suo ricordo, mentre a partire dalle 20.00 ci si ritroverà presso la sede per cenare e trascorrere la serata insieme.