A volte sembra di avere vissuto troppo. Abbiamo realizzato tutti i nostri desideri e soddisfatto ogni aspettativa. Vaghiamo, senza fuoco dentro ad ardere, perché ogni cosa è diventata stanca abitudine. Non è una questione di età: Ninuzzo aveva quasi un secolo quando piantò un albero e immaginava di raccoglierne lui i frutti, nel giro di pochi anni.
Oppure siamo stati talmente messi alla prova da sentirci sfibrati. Ogni azione, ogni pensiero ci risultano faticosi. Rimaniamo inchiodati al nulla, vorremmo soltanto dormire e non svegliarci più.
Altre volte si ha invece l’impressione che il tempo non sarà mai abbastanza. Eppure ancora abbiamo libri da leggere, viaggi da intraprendere, incontri da godere. Una vita sola non può bastarci. Avremmo bisogno del treno arrugginito richiamato con feroce disincanto da De Andrè per ritornare indietro, al punto di partenza. Un treno che non esiste; ed è bene che sia così.
Da qualche parte ho letto che la vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati in altri progetti. Succede nonostante noi, anche contro di noi.
Ecco perché non faccio più bilanci. Non mi va di dividere il foglio in colonne di dare e avere. Separare le cose belle da quelle brutte, le giuste dalle sbagliate. Tutto ha un senso, anche le favole tristi che opprimono e fanno mancare il respiro, come certe assenze conficcate nel cuore. Ma quel senso dobbiamo sforzarci di trovarlo noi, con tenacia da esploratore.
Aggrappiamoci alla vita, cerchiamola ovunque. Sempre.
Buon anno a tutti.