Dopo avere scacciato la malinconia e la tristezza procurate dalla morte di Sandra Mondaini, Raimondo Vianello, Aldo Giuffré, Dino De Laurentiis e Mario Monicelli, salutiamo il vecchio anno riassumendo gli avvenimenti che possono essere di buon auspicio per il 2011.
Abbiamo appurato che le “rivelazioni” di Wikileaks tanto rivelazioni non erano, ma anche che il problema della riservatezza e della segretezza delle informazioni nell’epoca di internet è una questione che va oltre la vicenda personale di Julian Assange. Altra scoperta: potrebbe esserci un giudice a Berlino. I diciotto anni inflitti a Calisto Tanzi per il crack Parmalat dimostrano, finalmente, che i pescecani della finanza nostrana non sempre la fanno franca. Vanno poi accolte positivamente le condanne inflitte in primo grado per la morte di Federica Monteleone, la ragazza deceduta all’ospedale di Vibo durante un intervento di appendicectomia. Anche se l’aspetto giudiziario non deve sviare l’attenzione da un problema grave e strutturale, quello della scadente preparazione di certo personale presente in alcuni ospedali per meriti non proprio professionali.
La lotta alle mafie deve diventare soprattutto una battaglia culturale. Se si riduce al pur encomiabile sforzo giudiziario e repressivo delle forze dell’ordine e della magistratura, ci ritroveremo sempre ad applaudire nei cortei antimafia e ad eleggere politici che fanno la fila dietro la porta dei malavitosi.
La rivolta degli extracomunitari di Rosarno non è stata soltanto la realizzazione della profezia fatta da Pier Paolo Pasolini in Alì dagli occhi azzurri: tragicamente, ha sferrato un pugno nello stomaco a tutti quelli che avevano rimosso il nostro passato di migranti discriminati e sfruttati, e ha posto con forza l’attualità dei temi dell’integrazione e della convivenza civile come sole ipotesi praticabili.
Il 2010 non è passato invano se i cittadini riusciranno ad avere un sussulto di dignità di fronte alle escort pagate per avere aggiudicati i lavori del G8, agli appartamenti vista Colosseo comprati con i soldi di “sconosciuti”, alle nomine a ministro fatte per scansare qualche processo, al linciaggio mediatico degli avversari politici, all’Italia dei festini, del bunga-bunga e delle nipoti di Mubarak, dei corrotti e dei condannati per mafia tranquillamente seduti in Parlamento. Se non occorrerà di nuovo la guerriglia di Terzigno per accorgersi che l’emergenza rifiuti in realtà non è mai finita a Napoli e in Campania, e se i cittadini si renderanno conto che la questione dei rifiuti dipende anche dal loro senso civico. Se si capirà che i crolli di Pompei e, più in generale, il depauperamento dello straordinario patrimonio culturale italiano non sono più tollerabili. Se per comprendere che la montagna è un bene prezioso, da preservare e non da stuprare, non occorrerà vederla scivolare a valle come è accaduto a Maierato. Se si coglierà il messaggio lanciato dal disastro ambientale causato da una piattaforma petrolifera nel golfo del Messico: il rispetto della natura rappresenta un passaggio obbligato per la sopravvivenza stessa dell’umanità. Se la solita mattanza di vittime sulla statale 106 jonica (nove nel 2010) basterà per indicare quali dovrebbero essere le priorità per il settore dei trasporti nel Mezzogiorno, al di là degli spot propagandistici sull’immaginifico ponte sullo Stretto. Se sarà abolita la tv del dolore; se non si vedranno plastici negli studi televisivi; se le telecamere non saranno mai più puntate giorno e notte davanti alle case delle tragedie; se si avrà il pudore di non rimuovere il lenzuolo bianco dal corpo dei cadaveri per un punto percentuale di share.
Il migliore sms ricevuto (“La vittoria dei mulino a vento è da considerarsi provvisoria. Auguri”) ci ricorda quanto sia importante la capacità di sognare e di coltivare la speranza in un mondo migliore. Sognare non costa molto. Se hai il piano tariffario giusto, è addirittura gratis.
Sei un grande Dominic!