Il postino suona sempre due volte. Ma anche i venditori porta a porta, i testimoni di Geova, l’ufficiale giudiziario, il lettore del contatore del metano e il vicino di casa – che ha sempre un buon motivo per rompere – in genere si prendono una seconda chance, per essere certi che in casa non ci sia nessuno. Come risolvere il problema quando l’inquilino è fuori, oppure nei casi in cui chi sta in casa non è nelle condizioni di rispondere? A questo ha pensato il team che ha realizzato Welco, “il citofono che sta in tasca”, secondo la calzante definizione de “Il Tirreno”.
Una squadra composta da sette ragazzi, diventati sei in seguito all’abbandono di Alessio Pace: dottori, laureati triennali e studenti in Economia o in Ingegneria tra i venti e i trent’anni, che hanno sviluppato un’idea partorita dalla testa di Francesco Medda.
Tra questi, lo studente in Ingegneria gestionale Leo Sculli, partito da Sant’Eufemia qualche anno fa per inseguire un sogno e riuscire a dare sfogo alla propria creatività in una realtà meno asfittica di quella calabrese. Destinazione l’Università di Pisa, dove sta per completare il biennio di specializzazione.
La partecipazione di Leo alla Startup di Torino (marzo 2013), nel corso della quale Medda presentò la sua idea, fa scoppiare la scintilla e crea l’alchimia necessaria per fare sì che giovani provenienti da differenti esperienze e realtà si aggreghino attorno a un’ipotesi di lavoro fortemente innovativa.
Da allora, in silenzio, il gruppo – del quale fanno parte anche Marco Arrobbio, Gabriel Occhino, Guido Parissenti e Carlo Buccisano – si dà un gran da fare per sviluppare un progetto da presentare in diversi concorsi nazionali: Fiera delle Startup, K-Idea Giovane di Kilometro Rosso, Working Capital di Telecom Italia.
L’ultimo passo è quello decisivo. Warking Capital istituisce trenta “grant d’impresa” (25.000 euro ciascuno), che consistono in finanziamenti destinati a team di startupper in cerca di capitali per il completamento del MVP (Minimum Viable Project) o per la realizzazione di indagini di mercato sulle potenzialità commerciali di un’invenzione “in ambito internet, digital life, mobile evolution e green”: quindici destinate alle Startup selezionate per il programma di accelerazione e altrettante per tutte le altre.
Nei giorni scorsi, Welco si è aggiudicato uno dei primi quindici finanziamenti (per i rimanenti il bando scadrà il 30 settembre), riuscendo a superare la concorrenza di ben 1.200 progetti cassati al termine di una severissima selezione.
Ma in cosa consiste la scoperta di Leo e dei suoi amici/colleghi? Ce lo spiega il diretto interessato con parole semplici: “è bastato sostituire la cornetta interna del citofono con un dispositivo Welco che, oltre ad avere le classiche funzionalità di un tablet, consente di aprire il portone dal cellulare”. Cosa comporta? “Considera tutte le comodità che puoi avere rispondendo al citofono direttamente dal tuo cellulare, ovunque tu sia, nel momento in cui citofonano a casa tua. E poi rifletti anche sull’utilità sociale per chi ha difficoltà di deambulazione: disabili, soggetti anziani”.
Sul perché abbia lasciato l’Università di Reggio per quella di Pisa, Leo è altrettanto chiaro: “avevo deciso di cambiare corso di studi e passare da Ingegneria elettronica a Ingegneria gestionale, ma non ti nascondo che la considerazione decisiva è stata quella che Pisa (intesa sia come Università che come città) offre possibilità che Reggio Calabria purtroppo nemmeno si sogna”.
Il prossimo passo sarà la commercializzazione del prodotto – del quale al momento esiste soltanto un prototipo dimostrativo –, che il gruppo di ricerca conta di realizzare entro la primavera del 2014. Poco meno di un anno di tempo per sviluppare la ricerca, migliorare hardware, software e App, depositare i brevetti e, soprattutto, trovare investitori convinti della bontà del progetto.
Bella Leo. I corrieri ora non andranno via dopo aver suonato mezza volta,potrò dirgli, non ti moviri ca rrivaiiiii
Secondo me un'altra utilità può essere che se il ladro suona per accertarsi se c'è qualcuno dentro, quando sente rispondere va via
Si Dome infatti è uno dei fattori di successo, si può simulare di essere a casa quando invece fisicamente sei a prenderti l'aperitivo 😀 o addirittura in vacanza
Stavo pensando che, in fondo, non ti sei mai distaccato dal soprannome che ti aveva dato Massimo circa dieci anni fa: "Leo squillo" (tu e il telefonino avete sempre avuto una relazione stupenda) 😀
Grande mente e capacità imprenditoriale il tuo amico e il suo gruppo…
Purtroppo appartengo alla"casta" di quelle persone che non amano i cellulari e tutti i loro derivati, quindi potere anche svicolare da un vicino scomodo, è un' idea che mi intriga sempre!
Ciao caro Domenico …buona settimana..::))
Anche a te Nella! Un caro abbraccio
BRAVO LEO
NINO CREAZZO